Giorno 4 Canòlo e Gerace
Abbiamo superato la metà settimana ed oggi visitiamo un posto dove sono già stato qualche settimana fa, per vedere le grotte. Questa volta invece facciamo proprio il giro di questa parte di Aspromonte completamente diversa dal resto, quelle che chiamano le Dolomiti del Sud. La differenza di quota fa si che queste rocce siano piene di vegetazione, particolare, che nelle Dolomiti vere non è presente vista la maggiore quota.
Mentre di percorre il sentiero, che fa un giro attorno al promontorio, sembra di essere stati trasportati in un altro mondo, ad altre latitudini. E come ciliegina si vede il mare, Jonio, ed anche Montalto, il punto più alto dell’Aspromonte.
La giornata è iniziata con una ulteriore degustazione di aragostine, giusto per fare una comparazione, con quelle del giorno prima. Il giudizio è stato, buone, forse un po’ fredde.
La cosa che mi colpisce dell’Aspromonte è la varietà che si può incontrare, e questo susseguirsi di crinali tutti vicini con infinite gole e spaccature che corrono verso il mare, e che si riempiono d’acqua dopo le piogge o quando inizia a sciorgliersi la neve.















E tra queste meraviglie c’è anche una cava, che fa un rumore infernale e scava la montagna. Si sposta sempre, perché non ci potrebbe essere una cava in una parte del parco, eppure c’è e funziona. Ed una cava è difficile da nascondere.
Pranzo luculliano e poi visita a Gerace, la città delle cento chiese. Non sappiamo se sono davvero cento, ma ce ne sono davvero tantissime, una accanto all’altra. La posizione di questo paese molto antico è incredibile, dal momento che domina tutta la valle ed il mare.
E’ un borgo turistico e lo si capisce dal tipo di negozi e dal numero di ristoranti, ma conserva il suo fascino, anche se è ancora permesso circolarci in macchina.







Chiudiamo la lunga giornata con una degustazione di vini e non solo.
Tutta la vacanza ruota attorno al connubio tra territorio e cibo. I vini calabresi stanno emergendo ultimamente, e ci sono delle ottime produzioni locali, alcune di nicchia con qualche migliaio di bottiglie, altre più importanti. E’ di qualche mese fa la notizia che il sangiovese abbia origini calabresi.
Abbiamo degustato quattro vini, tutti ottimi, con un bianco particolare ed un immancabile cirò, oltre ad un vino proprio di Pellaro, il mio paese. Oltre ad un vino eroico.




La serata è finita con degli ottimi rhum.