Calabria Wild Week II

Giorno 3 – Africo vecchio San Leo e parmigiana

Oggi la nostra destinazione era Africo vecchio, un paese abbandonato sempre in Aspromonte.

La bella notizia era che saremmo andati dalla Jonica, passando da Bova Marina, e dal bar dove lo scorso anno si faceva colazione ad “aragostine”! Come non approfittare dell’occasione e fare una seconda colazione, dopo un’ora dalla prima già abbondante?

E così è stato.

E con i palati felici finalmente ci dirigiamo verso Africo. Per arrivarci percorriamo la strada per Bova e poi il Passo della Zita. La leggenda narra che quel ponte prende il nome dal suicidio di una ragazza promessa in sposa per evitare il matrimonio combinato. E’ un passo che si vede da lontano, e che collega due falde diverse be visibili guardando giù dal ponte, se non si soffre di vertigini. Tutta la strada mette a dura prova chi soffre l’altezza, dal momento che arrampica su per la montagna e lungo il crinale, oltrepassando Bova per poi arrivare alla sommità e poi tornare ad andare su e giù per tornanti mozza fiato. E’ una strada che conosco bene per averla fatta diverse volte, ma è sempre bellissima e si gode di una vista che toglie il respiro.

Dopo una sosta sul Passo proseguiamo lungo una strada che via via diventa sempre più scoscesa fino ad arrivare a Carrà. In questo posto, anche questo abbandonato, si era pensato di trasferire gli irriducibili di Africo che non volevano andar via dal paese vecchio.

Da qui proseguiamo a piedi per arrivare al paese vecchio, e percorrendo un anello ritornare a Carrà e mangiare al rifugio.

La strada è comoda e parzialmente in ombra, ed a differenza degli altri paese abbandonati, in generale in cima ad una sommità, Africo è disteso lungo un crinale, e la vegetazione, rigogliosa, non permette di vedere le case ormai fagocitate, ma si intravedono diverse stratificazioni di tecniche costruttive.

Nella prima parte le case sono grandi, in apparenza importanti, con cemento armato in alcune parti, diciamo recenti. C’è anche una scuola elementare, grande ed ancora messa bene.

Dopo aver percorso quella che abbiamo definito “la strada principale”, anche l’unica in effetti, arriviamo alla chiesa, con la sua piazza. Grande e semipericolante, che crea un cambio architettonico, dal momento che le dopo le case sono più vecchie, solo pietra e malta e probabilmente più antiche.

Non si riesce ad percepire quanto fosse grande questo paese, ma si intravedono antichi fasti, ormai ricoperti di rigogliosa vegetazione. Il luogo scelto per costruire questo paese è, adesso, singolare, come a dire vogliamo starcene tranquilli. La storia parla di miseria, ed arretratezza fino al quando nel 1951 fu progressivamente abbandonato.

Il giro prosegue con la deviazione per vedere la chiesa di San Leo, molto bella da fuori, ma di cui non troviamo le chiavi per entrare e sull’interno ci riserviamo di dare un giudizio la prossima volta. Lungo il percorso abbiamo incontrato dei vitelli, di varie età, paurosi, ma molto curiosi.

E finalmente ritorniamo a Carrà per mangiare. Oggi dopo diversi giorni di messaggi subliminali sulla parmigiana dello scorso anno, inaspettatamente ne abbiamo una per pranzo. Mangiare in mezzo al verde, con il suono dell’acqua e degli uccelli, cose buonissime è davvero rasserenante.

Al ritorno ci siamo concessi una variante alla strada dell’andata, scendendo, quasi a picco nell’Ammendolea e passando dal Castello Ruffo di Ammendolea. La posizione è strategica e domina l’ingresso nella fiumara riuscendo a vedere fino al mare.

Pensare che questa parte di fiumara era probabilmente un fiordo dove penetrava il mare, da una luce diversa al luogo ed un senso differente alle scelte di dove insediarsi fatte in passato.

Immaginare il mare dove adesso si distende il serpente argento della fiumara rende questa terra ancora più incredibile ed affascinante.

In questo periodo, complici le piogge, l’Aspromonte è verdissimo e pieno di vegetazione, che è un piacere vederlo. Siamo a metà della settimana, e già si parla della prossima edizione. Vedremo cosa fare per la prossima spedizione.

Io ho concluso anche oggi con il dentista. Lo sto iniziando a vedere un po’ troppo spesso!

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