Camini e Riace ( e la Reggia di Caserta)
Abbiamo deciso di replicare la gita dello scorso anno e qualche mese fa ci siamo imbarcati nella seconda edizione della Calabria Wild Week, e ci siamo riusciti!
Al solito due gruppi, uno in macchina, in un avvicinamento lento, ed un altro in aereo in arrivo direttamente domenica.
Una sosta a Caserta per vedere la Reggia, e mangiare mozzarelle fatte in ogni modo.
Io e Bob volevano vedere Riace per capire cosa era rimasto del progetto di accoglienza di Lucano, e per caso ci siamo fermati per dormire a Camini.
L’arrivo a Camini, sotto l’acqua, ci ha un po’ disorientati, non prendevano i telefoni e non sapevamo dove andare. Poi ci siamo trovati e siamo andati nella casa che avevamo prenotato, parte di un progetto di accoglienza diffusa, ed abbiamo iniziato a rincuorarci. La sera saremmo andati a cenare nell’unico bar pizzeria del posto, senza imbarazzo della scelta. Non ci aspettavamo molto. Avevamo notato la cura del paese, e vista la pioggia battente solo quella, dal momento che non c’era nessuno in giro.
Quando siamo arrivati al bar la sorpresa, era pieno, sopratutto di bambini. Un baccano incredibile ma quanta allegria e gioia tra quelle mura. Abbiamo conosciuto Rosario, l’anima della cooperativa che si occupa di accoglienza, e per l’occasione cameriere ed intrattenitore.
Senza saperlo eravamo finiti in un posto con un sistema di accoglienza funzionante, simile a quello di Riace, ma che stava in piedi. Di più. Era riuscito a ripopolare un paese, a dare ospitalità a 160 rifugiati e sopratutto a riempire di bambini e giovani un paese che solo dieci anni prima era vuoto e con le case abbandonate e pericolanti.
Era bello sentire le parole di Rosario e vedere una faccia soddisfatta, contenta di quello che era venuto fuori in questo posto remoto.
Le pizze ce le hanno cotte nel forno sociale e le abbiamo mangiate ascoltando le storie di questa rinascita.
Il mattino dopo abbiamo fatto un giro per il paese. La cosa che saltava agli occhi subito erano i tantissimi passeggini sparsi per il paese, i laboratori, le case sistemate, la pulizia, ed i murales colorati sparsi per il paese. Una bella sensazione.
Il programma prevedeva di visitare Riace, dove tutto era nato, e ci siamo incamminati dopo il giro rasserenante per il paese di Camini.
La sensazione, girando per le stradine, è stata di antichi fasti ormai passati. Di progetti abbandonati, botteghe e laboratori pieni di polvere e non di colori. Più sporcizia e pochi passeggini per le strade. Un paese spento, un’occasione sprecata forse. Un sogno infranto.









Poi abbiamo ripreso la statale 106 costeggiando un mare rabbioso e torbido per arrivare a Pellaro ed incontrare gli altri.
Anche così è bello il mare, mi rasserena.

Incontro, cena, e programma per il giorno dopo, per l’inizio ufficiale.