Cànolo

O le Dolomiti del Sud (Back home)

Arrivare in Aspromonte da Nord Ovest prendendo la strada per Cittanova e trovarsi davanti questo panorama lascia un po’ spiazzati. Senza averlo prima contestualizzato nella mia terra, forse lo avremmo associato a ben altre latitudini che 38°N. Per questo motivo chiamano questo posto le “Dolomiti del Sud” proprio per la conformazione delle rocce presenti.

In effetti lo spettacolo è diverso dal solito. Che poi dire solito da queste parti non rende. A ben guardare non c’è un angolo uguale all’altro, non c’è una volta uguale all’altra. Sarà per questo che non mi stanco mai di riempirmi gli occhi di bellezza. Non c’è solo quella, lo sappiamo, e non voglio nasconderlo. Non voglio neanche farmi rovinare il bello che posso vedere.

Oggi doveva essere una passeggiata tranquilla, appuntamento tardo, alle 8:30, per recuperare un pezzo di escursione non fatto la volta precedente (io non c’ero) e visitare le grotte di Zagaria. Con pranzo in un agriturismo a Cànolo Nuova.

Era da un po’ che mancavo da Reggio e dalla mia montagna. La vita sta lentamente, e senza cogliere nessuna delle opportunità che i due anni passati aveva fatto immaginare, tornando alla normalità. Questo per me significa lavorare di più in presenza e stare a Milano. Cosa che mi piace, è casa per me. Inizio ad innamorarmi di questi posti, di questa natura, e se non li vedo per un po’, mi mancano.

Di solito si inizia con una sosta ad un bar diciamo vicino al punto di partenza a piedi. Questo significa bere un caffè buono, buono davvero. Ed oggi questo è stato il primo contatto con gli odori, con quello che scatenano dentro. Gli odori sono collegati con le nostre parti ancestrali, ci fanno entrare in contatto con parti di noi sotterranee, animali. Io ho poco olfatto, ma sta riemergendo ultimamente.

Iniziando a camminare le sollecitazioni olfattive sono diventare invadenti. Qui la stagione invernale è stata generosa di acqua e neve ed adesso, con il primo caldo, è tutto verde e profumato. Menta, finocchio selvatico, rosmarino, e mille altre piante rilasciavano i loro odori al nostro passaggio. Questo miscuglio, che non so decifrare per dire da cosa è composto, mi fa sentire a casa, mi fa tornare alla mia infanzia fortunata per la campagna.

Come al solito le capre ci hanno visto, evitato, ed umiliato con la loro agilità tra dirupi e pendii scoscesi. Sempre più in alto di noi, sempre a controllarci, e ad andarsene come se quel sentiero fosse la cosa più semplice e naturale da percorrere.

La meta era la grotta di Zagaria, uno dei pochi esempi carsici in Aspromonte. Come dire non ci facciamo mancare nulla.

Tornando agli odori, una settimana fa sistemando il box (erano mesi che appoggiavo le cose ovunque, ed avevo finito gli ovunque), ho ritrovato un contenitore con le cose di Leo, il mio cane. Aprendolo sono stato investito dal suo odore rimasto sul collare. E’ stato intenso. Per un momento ho rivisto tutta la nostra vita assieme. Me lo sono sentito vicino. Era una sensazione fisica, non solo mentale, emotiva. Non ho un gran naso, e non ho spesso queste connessioni profonde. E’ un caso, forse, se ultimamente molte cose stanno passando per gli odori. Mi piace riappropiarmi di un senso che abbiamo “abbandonato” nella nostra evoluzione.

La seconda meta era il ristorante dove ho avuto un’altra connessione quando insieme al vino mi hanno portato una gazzosa. Mi è tornata in mente la mia infanzia, dove il vino, sopratutto d’estate, si beveva allungato con la gazzosa. Sia per il caldo, e sia per la gradazione molto forte del vino meridionale di un tempo.

Tornare qui per me ha ormai un altro sapore, ed odore. Ci ho messo anni per farci pace, ed adesso guardo tutto con il giusto, per me, disincanto. Questo mi fa meno incazzare per le cose meno belle, e godere delle meraviglie che incontro.

Il ritorno è stato una negoziazione con la pancia piena, ed il riempirmi gli occhi di bellezza.

E poi finalmente a casa senza scarponi

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