E’ l’albero giusto?

Vento e Sole

Quelli di cui parlo non sono quelli nel video, ma altri di cui vi dirò più avanti. Ma partiamo dall’inizio!

Oggi ho partecipato ad un sopralluogo per decidere se un percorso sarebbe potuto diventare una futura escursione. Ve lo dico subito, probabilmente no, ma non sono io a decidere, oggi ero solo un intruso, con un telefono che fa ottime foto. Sarà per questo che mi hanno invitato? Il quesito è aleggiato nell’aria durante il giorno, sopratutto dopo le molte foto che mi sono state chieste.

Un sopralluogo pensi. E ti immagini, visto il numero ridotto, e la buona o ottima esperienza dei presenti, una escursione con la possibilità di fermarti di più ad osservare il paesaggio, oggi davvero magnifico. I romani le avrebbero chiamate longa itinera. Però che spettacolo.

A dispetto della giornata di ieri dove l’inverno ha finalmente fatto capolino innevando le montagne attorno e facendo soffiare un bel maestrale con abbondante pioggia, oggi la giornata era serena, ventosa e tersa

Lo stretto dalla mia finestra con Monte Scuderi con la prima neve

Siamo saliti da Bova, una strada incredibile che si inerpica in pochissimo tempo dal mare a 1200 metri, passando per il passo della Zita, quasi il ponte dei desideri. In genere quello di farlo più in fretta possibile sopratutto se c’è vento.

Abbiamo trovato molti alberi sradicati dal vento forte di ieri in mezzo alla strada ed in mezzo al bosco, come si può vedere nel video.

L’obiettivo di oggi era quello di rifare un percorso già fatto, ma al contrario per verificarne la fattibilità rispetto a dislivello, lunghezza, ambiente circostante. Per gran parte del percorso eravamo immersi nella macchia, o nel bosco, ma quando si riapriva l’orizzonte la vista era qualcosa di meraviglioso. Si vedeva Africo vecchio abbandonato, Ferruzzano, ed altri paesini arroccati sulle montagne.

Una considerazione che facevo percorrendo la strada in valle per andare da Bassano del Grappa a Trento, tempo fa, è stata quella che noi in Calabria i paesi li costruiamo nei posti alti, isolati, difendibili, duri da vivere. Lì no, li costruiscono in valle, molto più facili da gestire, ma con molta meno luce.

Ed oggi di luce ne abbiamo presa tantissima. E’ la cosa che non mi stancherò mai di apprezzare di questi posti, questa limpidezza che passa dal caldo dell’alba e del tramonto, alla freddezza del giorno.

Noi eravamo in alto ed in certi punti vedevamo i paesi ed il mare, ma molti di questi non erano visibili dal mare, un altro modo per proteggersi. Il mare qui, immenso perché non c’è la Sicilia davanti, ha portato genti civili a popolare queste terre della Calabria Grecanica, ma anche saccheggi in tempi più recenti.

Dopo una bella discesa di due ore tra crinali, rovi, altipiani, ci siamo ricongiunti con la pista che ci avrebbe portato al casello. E sono iniziati i castagni, non quelli incontrati fino ad ora, ma i vecchi, i nobili del consesso, quelli davvero importanti. Ce ne sono davvero di grandi, modificato dagli elementi e dal tempo a prendere forme incredibili. E qui arriviamo al giusto albero. Il castagno più grande.

Io da buon ingegnere, o per altri rompi palle, ho chiesto grande rispetto a cosa? Età, altezza, larghezza?

Ma non soddisfatto, ho anche citato Stefano Mancuso ed i suoi studi innovativi sulle piante. Definire cosa fa parte di uno specifico albero o no, non è facile. Un pollone attaccato lo è? ed uno collegato ma cresciuto più lontano? Direte, se sono collegate le radici lo sono. Beh ma in un bosco le radici sono tutte collegate, anche di specie diverse, si scambiano informazioni, si comportano come un unico sistema. Anche il concetto che le piante sono ferme sta miseramente crollando. Insomma dovremmo rivedere molte delle nostre convinzioni. E cancellare da internet il meme motivazionale ” se non stai bene in posto, puoi andartene. Non sei mica un albero” (finalmente, per il meme).

Beh dopo attenta analisi ho scelto albero più grande, l’ho chiamato Il Magnifico! Eccolo

Il Magnifico

Non è il più bello, ma è magnifico. Qualcuno ha decretato la sua preferenza per un altro, e non entro nel merito delle motivazioni. Sicuramente ha un’altra bellezza ed altre dimensioni (come si dice? Le dimensioni contano).

Ormai avevamo preso la via del ritorno, ma il percorso ci avrebbe riservato ancora altre bellezze.

Il Drago

Puoi incontrare un Drago che ti guarda, pacifico nel suo aspettare, mentre tu ti affanni a stare dietro agli altri.

E poi dopo il pranzo al casello, davanti al fuoco accesso siamo rientrati. Ed io mi sono ancora riempito gli occhi di bellezza.

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