Che fai il 26 dicembre? Beh arrampico, ovvio!

Le mie escursioni iniziano sempre da qui. L’appuntamento a San Gregorio è una tappa fissa, come scattare una foto a Iddu. Ed anche stamattina si è prodigato in una magnifica vista, facendo presagire una giornata di primavera, erano previsti, e sono stati mantenuti, ben 23 gradi. Non male per il 26 dicembre, anche al 38° parallelo.

Convenevoli, chiacchiere, logistica, pulmino. Destinazione Pietra Cappa, da arrampicare.

Ad ogni escursione incontro vecchie conoscenze, amici cari, e nuove persone. Ed ogni volta mi porto a casa qualcosa di buono.

Questa volta era in versione osservatore. Qualche chiacchiera, ma per lo più ho ascoltato molto, osservato e mi sono immerso nella natura. Ne sentivo il bisogno, avevo bisogno di sottopormi a dosi di paura ed adrenalina per sentirmi vivo. Per far girare la mente in un’altra direzione, e per potermi dire che anche questo Natale ce lo siamo tolti dai …

Andando verso la Jonica, si ha la magnifica visione di vedere il mare a perdita d’occhio. Io invece ho sempre la Sicilia davanti, che ho imparato ad amare in tutti i colori possibili. Ma vedere il mare infinito, percepire la curvatura terrestre, con buona pace dei terrapiattisti, è un’altra cosa, mi porta ai miei ricordi, prima in Bretagna, e poi in Atlantico.

Pietra Cappa è nella Valle delle Pietre, in buona compagnia di Pietra Lunga, Pietra Castello e Pietra Tonda. E’ la più grande e la più alta e da li sopra si domina tutta la valle. Ma salirci non è stata una passeggiata.

La roccia è friabile, un conglomerato poligenico, e bisogna fare molta attenzione a non scaricare pietre sotto ed a non franare assieme. Ovviamente siamo sempre saliti in sicurezza, ma scivolare non è mai una bella cosa, anche se non rischioso.

Lo scorso anno avevamo arrampicato Pietra Lunga e mi ero trovato meglio. Quest’anno non sono in forma fisicamente, qualche chilo di troppo a causa dei miei tre mesi di stop dalla corsa, e nel complesso poco allenamento. Non è stata una bella sensazione. Ma è solo una sbavatura in una giornata fantastica.

Arrampicare mi piace, non sono ancora bravo, ma è bello arrivare in vetta. Non amo il termine conquistare, che tanto non conquistiamo proprio nulla, anche se alcuni si ostinano a piantare aste qua e la sulle cime con anche delle bandiere, semplicemente saliamo in vetta. Magari vinciamo la nostra personale sfida, ma io qui mi fermo.

Oggi eravamo un po’ ad arrampicare e questo comporta fare delle lunghe pause per aspettare il proprio turno a fare il passaggio. O prima o dopo il tempo è lo stesso, tutti dobbiamo passare da li. Le sensazioni sono diverse, molto diverse.

Prima vedi gli altri andare, osservi i movimenti, i gesti, la strada che scelgono, e mentalmente prepari il tuo percorso. Sale anche l’adrenalina dell’attesa per un passaggio, magari difficile, che ti fa paura. Io adoro questo prima, pieno di emozioni. In genere me lo godo in silenzio, qualche educata risposta, ma per la gran parte del tempo osservo. E’ quello che so fare meglio, osservare ed imparare per osmosi, studiare i movimenti e farli miei, per poterli poi replicare come se li avessi sempre fatti.

Dopo sei già passato, ti godi il riposo di una azione, per me, al buio, senza quell’esperienza indotta, senza quell’apprendimento e senza quell’adrenalina che ogni minuto in più ha contribuito a farla crescere. E’ bello essere già su, vedere arrivare gli altri, aspettare ma senza scadenza. Pronto per il prossimo passaggio, ancora sconosciuto, non studiabile al momento.

E poi arrivi su!

Ti gusti il panorama e poi scendi. Oggi ci siamo attardati più del solito e Pietra Cappa sembrava un vecchio guardiano che benevolente si è lasciato accarezzare.

Questa volta abbiamo incontrato delle persone che ci hanno ripreso.

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