(Non) Amo il Natale

Oggi è festa a Milano, Sant’Ambrogio. Prima della Scala, Ambrogini d’oro. Lo scorso anno lo ha preso Ambrogio Beccaria, qualche anno fa Elio lo ha rimandato indietro. Ma sopratutto è il giorno che, almeno a Milano, da il là al periodo natalizio. Per il resto d’Italia, questo giorno è domani. Si dovrebbe aspettare domani, o almeno oggi, per fare l’albero, il presepe, diventare più buoni, organizzare le cene prima della annuale fine del mondo, poter pronunciare la fatidica frase ” ne parliamo dopo Natale”.

Per me è il giorno dove cambio la foto del mio profilo social in quella che vedete qui, che rende l’idea, credo e spero, di cosa penso del Natale e di come mi appresto a vivere questo periodo.

Non lo amo, e non mi sento più buono, anzi! Faccio fatica a fare gli auguri di “Buon Natale” mi limito a “buone feste” che vanno sempre bene e non impegnano, come il nero :-)!

Da dove arrivi questa mia resistenza al periodo non lo so con certezza, ho qualche idea.

Il Natale era il periodo dove mia madre doveva fare delle cose che si aspettava da lei, i dolci natalizi per fare i pacchi da spedire, i dolci, i pranzi e le cene

Il Natale era il periodo in cui saremmo dovuti stare uniti invece era un momento di tensione per le piccole ed insignificanti questione pratiche

Il Natale era il periodo dove andavi a trovare persone, parenti e non, di cui non te ne fregava nulla per gli altri 364 giorni dell’anno

Il Natale era il periodo dove prevalevano pietismo e buonismo dei peggiori livelli.

Il Natale era il periodo dove ci saremmo dovuti voler bene per precetto.

Il fatto di essere una piccola famiglia avrà anche influito su come ho vissuto il Natale nella mia infanzia e dell’idea che mi sono fatto negli anni successivi.

Il Natale è anche un momento che non riesci a superare senza colpo ferire, ne vieni in ogni caso travolto. Ed è il periodo dove senti più forti, dilanianti, le mancanze. Anche se ti accompagnano da molto tempo.

Cambiare la mia immagine sui social fino allo scorso anno aveva il piacevole risvolto di iniziare una “discussione” virtuale con la mia amica Miriam, a cui in Natale piaceva ed a cui la mia foto faceva abbastanza schifo (come non capirla?!). Purtroppo ormai è una delle poche cose che mi legano a lei che non c’è più dal 3 febbraio. Cambiare la foto per questo periodo sarà per me un rito, un modo per starle vicino, per starci vicino.

Ecco, forse odio il Natale per le mancanze a cui mi mette di fronte. Per le mancanze a cui mi sono dovuto abituare, perché diciamocelo, ci si abitua a tutto. Per fortuna aggiungo.

Ricordo una lunga telefonata con Miriam proprio in questo “mancante” periodo, l’anno che ci siamo conosciuti, dove si lamentava e sparlava di Siena (come darle torto :-)) e delle persone con cui lavorava in quel periodo. Eravamo entrambi deportati all’epoca. Entrambi ne siamo usciti, ma non siamo riusciti a goderne assieme.

Ieri ho letto il post di un altro amico a cui la vita ha tolto molto lamentare la scarsa opportunità di pensare che il Natale vada bene per tutti. Ho proprio compreso il suo stato d’animo, ma non gliel’ho detto, sbagliando.

Il Grinch si ravvede alla fine, anche se è considerato l’antagonista al Natale. Se proprio devo chiudere con una immagine preferisco pensare ad un Natale diverso…

Rispondi

Scopri di più da Corto Calabrese

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading