Una escursione nei luoghi andati a fuoco lo scorso anno
Oggi siamo stati a vedere le cascate Linnha e Castanò, nel comune di Roccaforte del Greco. Io non c’ero mai stato e da tempo volevo vederle. Sono proprio nelle zone andate a fuoco lo scorso anno. Ed il panorama non è stato indolore.



Tutta la montagna è macchiata di nero, da lontano si vedono gli alberi con il fusto bruciato resistere e dimostrare quanta tenacia hanno nel voler vivere proprio li.
Non si vedono interventi di prevenzione o cura che ci si aspettava seguissero le tante parole spese durante e subito dopo gli incendi dello scorso anno.
Oltre alle ferite sulla vegetazione, gli incendi hanno indebolito il terreno e le cascate sono cambiate perché le piogge e l’acqua hanno portato verso valle molti più detriti del consueto, smottando i crinali.
Non è una novità per questi posti. Poco distante infatti si trova la Frana Colella una delle frane attive più grandi d’Europa e geosito di rilevanza internazionale. Certo è che gli eventi dello scorso anno non hanno certo migliorato la situazione.
Per arrivare alle cascate si deve passare dalla tenuta dei pastori. E’ incredibile come si possa pensare di tirar fuori da vivere da dei posti così brulli, così ostili. Ed oltre a pensarlo farlo. La terra esprime tutta la sua durezza, tutta la fatica che pretende per dare qualcosa. Queste persone passano sei mesi isolati, ad accudire gli animali in stretto contatto con la natura, in connessione con lei.
Le contraddizioni sono evidenti. Come i resti di antichi edifici in pietra e muretti a secco, testimoni silenziosi e perdenti contro l’abbandono. Contrapposti a nuove costruzioni che utilizzano tutto il possibile che capita a tiro. E’ l’arte della resistenze, della tenacia e della testardaggine tutta calabra.
Anche io ne so qualcosa di questo atteggiamento nei confronti del mondo e delle cose che si presentano davanti. Adesso non è più una tenacia cieca e prigioniera, ma libera. Mi viene in mente quella scena di Nuovo Cinema Paradiso, dove Totò si mette sotto la finestra di Elena per 100 giorni. Quasi alla fine, invece abbandona. Ridiventando libero rispetto al suo obiettivo. Ecco io adesso mi sento così tenace quando voglio, non quando serve.
Il torrente dove si trovano le due cascate di oggi offre paesaggi e scorci magnifici. Ogni volta sono impressionato e rapito dalla varietà di rocce che si trovano lungo i torrenti aspromontani. Sono dei trattati di geologia a cielo aperto di cui mi porterei a casa ogni volta un sacco di sassi, ma mi trattengo per ovvi motivi.
I colori, che al sole brillano preziosi, vanno dal rosso al verde, all’argento al giallo con mille sfumature. Oggi in alcuni tratti il colore prevalente era il bianco, in forte contrasto con il grigio di altri strati acconto più consueti.





L’escursione di oggi serviva a finanziare i lavori per riportare l’acqua, che il fuoco dello scorso anno aveva interrotto, al casello usato dai pastori e dove oggi abbiamo mangiato dopo l’escursione.
Se sei in un torrente non puoi non godere delle sue fresche acque e farti un tuffo …


