Buongiorno signor lele

Una gita a Piminoro

Oggi un altro classico aspromontano, le cascate di Piminoro. Una serie di cascate da scendere in corda o con un bel tuffo, con un bel salto finale di quaranta metri. E per finire pranzo da una famiglia del luogo con pietanze calabresi in quantità calabri.

Risultato sono felice con un bambini e pieno come un otre.

Sono grande abbastanza per ricordare quando, dopo aver fatto il mosto rigorosamente con metodi tradizionali ( pestando l’uva con i piedi) lo si trasportava proprio negli otri. Non erano di pelle, ma di tela cerata protetta da un sacco di juta. E non avevano particolari sistemi di chiusura, ne veniva solo legato il lungo collo dopo averlo attorcigliato su stesso con un particolare nodo. Da piccolo avevo la possibilità di stare con gli adulti che facevano tutte queste operazioni necessarie per passare dall’uva al mosto, anche osservare come si legavano gli otri. Ho sempre avuto una passione per i nodi.

Una sera mancava l’unica persona adulta che deteneva questo sapere, era tardi ed il mosto andava trasportato e messo a dimora nelle botti. Io, piccolo in tutti i sensi sapevo come fare, lo avevo visto svariate volte, osservando in silenzio i movimenti sapienti e veloci. Timidamente mi sono fatto avanti, tra lo scherno degli adulti. Non ho cercato di convincerli, ho preso un otre vuoto ed l’ho sapientemente e correttamente chiusa. Sono diventato l’eroe della sera. Io, piccolo tra i grandi. Lo ricordo ancora.

E’ proprio vero che il mio modo di apprendere passa dagli occhi e dalle mani.

Anche nelle escursioni osservo molto, le mosse esperte di Demetrio, e degli altri. Per comprendere meglio. Oggi per esempio, ho visto che veniva usata una corda rossa, sempre semi-statica, ma di diametro inferiore, che non avevo mai visto. Era una sicura per assicurare chi si stava calando. Un’accortezza in più che mi è saltato subito all’occhio. Chiedere è, forse, più facile e veloce. Attiva altre parti del mio cervello che trovo meno efficaci. Allora guardo in silenzio, scoprendo ogni volta che poi, quando serve, le mie mani sanno muoversi come devono.

Un’altra cosa che osservo sono le persone, interagisco con loro, parlo, racconto, chiedo. Sopratutto, anche in questo caso, guardo molto. Ed imparo, sempre.

Ogni volta ci sono persone diverse, che sono l’altro aspetto interessante di queste escursioni insieme alla parte naturalistica sempre stupenda.

Il titolo di questa volta è dedicato ad una persona che in tutta la giornata ha litigato con i pronomi da usare con me, ed alla fine abbiamo concordato che poteva andar bene “signor lele” per scherzarci su bonariamente. La barba bianca non ha aiutato, forse. Il tutto ha reso la giornata ricca e divertente.

So di non essere più un ragazzino, il mio corpo me lo ricorda ogni giorno sempre di più. Anni fa ero contento se le persone pensavano che fossi più giovane che in realtà.

Adesso, pur rimanendo leleggero (una crasi tra lele e leggero che potrei usare in futuro), sono contento degli anni che ho, del tempo che è passato e delle esperienze che ho fatto.

Parlando da signor lele mi sono stupito a pensare di non essere più disposto a dare troppo credito agli altri per farmi dare consigli di vita, o giudizi su di me. Accetto il confronto e, nello stesso tempo seguo la mia rotta.

Mi fa piacere confrontarmi con gli altri, anche e sopratutto di altre generazioni. Quelle più giovani hanno quell’entusiasmo e quella fede nell’avvenir che io sto mitigando. Quelle meno giovani hanno da raccontarmi altre esperienza rispetto alle mie, altri modi di vedere il mondo risultato di anni diversi di vita.

Fare un’escursione ha più dimensioni per me, o meglio più livelli su cui riflettere e su cui soffermarmi.

Quello fisico, che come scrivevo qualche giorno fa, non mi fa dormire la notte per l’eccitazione che mi lascia.

Quello tecnico, che ogni volta mi fa apprendere movimenti nuovi e consolidare quelli già noti.

Quello sociale, che mi permette di connettermi con altre persone, con altre vite e con altre esperienze, con altri mondi e modi di pensare.

Qualcuno ben più famoso di me, disse:

o vinco o imparo

Per me è meglio. Vinco sempre!

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