La prima tappa: Tracciolino, Chianalea, Cannitello, Cardeto
Il programma lo avevamo definito settimana fa io e Demetrio la guida di Aspromonte Wild che mi sta facendo conoscere meglio la mia terra, ed a cui mi sono rivolto per organizzare questa follia (per me che non lo faccio di mestiere).
Avevamo pensato che sarebbe stato meglio iniziare con una cosa semplice, per testare e rodare il gruppo, dal momento che non tutti si conoscevano. Meglio fare due chiacchiere senza troppa fatica.

Questo sentiero parte da Sant’Elia per correre lungo costa, in quota, seguendo il tracciato del vecchio acquedotto che portava acqua a Palmi secoli fa. E’ un percorso panoramico che permette di ammirare lo Stretto da un punto di vista fantastico perché fa vedere benissimo l’incastro perfetto di Calabria e Sicilia.
Se la visibilità lo permette fanno capolino anche le Eolie.
Dopo una discesa in mezzo alla vegetazione si arriva al sentiero vero e proprio che si percorre tornando verso Reggio, per poi abbandonarlo di nuovo, risalendo fino all’altipiano da dove si era partiti. Quello che mi colpisce sempre camminando in questa macchia, è la grande varietà di piante dove non dovrebbero esserci. Per esempio, anche se si parla di quote sui 300 metri slm, ci sono dei castagni e tantissime felci.









Il cambio di programma per il pranzo ci fa apprezzare l’ospitalità calabra e la bravura della mamma di Demetrio, permettendoci di mangiare parmigiana e peperoni ripieni.
La giornata è ancora lunga, ed adesso ci aspetta la Costa Viola lungo la SS18 per arrivare a Chianalea, il borgo di pescatori di Scilla che poco per volta sta diventando un gioiellino.






La giornata meritava, calda e non affollata, e ci ha permesso di godere del posto senza ressa. Il paese si sta ancora preparando per l’arrivo dei turisti e ci sono lavori ovunque. Anche sulla classica barca con la passerella per la caccia al pescespada, di lunga tradizione.
Da li ci siamo spostato sul lungo mare di Cannitello per una granita, al limone in attesa di quella di Gelsi, guardando la costa siciliana praticamente ad un passo. Il vento che si stava alzando iniziava a disegnare insieme alla corrente dello Stretto figure incredibili sull’acqua rendendo evidente parte di quello che accade in mare.
Per la cena abbiamo deciso di andare a Cardeto, da “Supra e Sutta” (sopra e sotto) per immergerci sempre di più nella cucina tradizionale reggina.
Il programma lo abbiamo disegnato abbinando tappe paesaggistiche a tappe gastronomiche.
PIgi nel frattempo mi comunicava che sarebbe arrivato con un’ora di ritardo e con la valigia sbagliata. Il ritardo lo avrei mitigato con un panino. Per la valigia ci avremmo pensato il giorno dopo.
Per ingannare l’attesa ho approfittato dell’ora tarda e della poca gente per strada per fare qualche foto sul lungo mare di Reggio.





