è un anno che sono rimasto senza il mio life coach Leo, si proprio lui, il mio amato cane. Siamo stati soci per 9 anni e li scorso anno, dopo 20 mesi di malattia se ne è andato. O meglio, mi ha chiesto di andare. Non avevo pensato potesse finire così, certo sapevo che il corso naturale delle cose avrebbe fatto in modo che lui andasse via prima di me, ma mai avrei immaginato di dover essere io a farlo per lui, a dovermi sostituire al corso naturale delle cose.
All’inizio della malattia avevo però capito che cosa mi aspettava e molti mi dicevano che avrei capito quando sarebbe stato il momento giusto. Per me era davvero poco comprensibile come avrei fatto, e sinceramente non è che avessi tutta questa fiducia in questa futura illuminazione. Ho messo semplicemente da parte questo pensiero ed mi sono concentrato sul vivere al meglio io e Leo la nostra vita assieme, almeno quel poco che ci restava.
Rispetto alle previsioni è stata più lunga e sono contento di questo, ma alla fine il momento che temevo è arrivato. O meglio, Leo ha deciso che la fatica di vivere era troppa rispetto al piacere di respirare e di sentire tutti gli odori, ed io non ho dovuto fare altro che ascoltarlo ed accontentarlo per l’ultima volta. Allora ho capito che “capire quando sarebbe arrivato il momento” significava semplicemente ascoltare quello che Leo, in questo caso, aveva compreso.
Non è stato facile dover organizzare le cose, occuparmi delle cose terribilmente semplici da fare in queste situazioni e sopratutto essere presente fino alla fine. Questo glielo dovevo, e me lo dovevo. Accettare e vivere il passaggio è necessario per andare avanti, e così è stato.
Adesso c’è un bel cespuglio di rose dove ho sepolto Leo.