U schicciu du rimitu

Le cascate di Pietra Cappa

Il grande monolite nella Valle delle Pietre l’ho visto per la prima volta questa primavera, nella Wild Week organizzata per i miei amici a maggio. Stare assieme, mangiare bene e scoprire il mio Aspromonte erano le cose fa fare.

Questa volta l’obiettivo non era Pietra Cappa, ma la cascata. Per questo abbiamo seguito la strada da San Luca, passando per il “Sentiero della memoria” dedicato a Lollo Cartisano, e risalendo il torrente fino ad arrivare a questo salto magnifico, racchiuso tra le rocce modellate dall’acqua che nel tempo ne ha fatto un volta. Il posto ideale per meditare per gli eremiti di quella zona. Almeno così dice la storia che questo salto racconta.

Certo arrivare, e trovare questa cascata con una pozza sottostante grande e profondo è una sorpresa che ti lascia senza fiato.

Oggi visto il clima e l’assenza di eremiti in meditazione abbiamo saltato e fatto il bagno.

Io, dopo aver preso il la poco tempo fa, ormai mi lancio dove posso. Ho sempre paura ma so che posso gestirla e rassicurarla. Ho pure perso gli occhiali per la foga, miracolosamente ritrovati da Demetrio! La prossima volta prometto che li lego.

Il gruppo era eterogeneo e con quattro ragazzini pieni di energie. Mi sono osservato da fuori (con gli occhiali) e, pur socializzando con tutti, amo osservare la natura con un certo distacco dal contesto in cui sono immerso. Sento il bisogno di riempirmi gli occhi di questa bellezza che mi circonda. Non riesco neanche a parlarne, forse adesso un po’ a scriverne. E’ una esperienza interiore per me e mi accorgo della mia incapacità di esprimerla rendendole giustizia, come si dice. Come se le parole potessero sminuirla, banalizzarla.

E’ un fatto che facciamo più fatica a parlare delle cose belle, che ci piacciono, o dei nostri stati d’animo felici. Invece per gli opposti sappiamo essere precisi, esaustivi, finanche prolissi a volte. Ci dovremmo allenare al parlare del bello, a scuola, nella vita.

Forse è un influsso di questa terra che sto scoprendo ed amando a poco a poco e recentemente. Come se anche lei volesse tenere per se il bello che possiede.

Ci pensavo venendo via dopo la nostra escursione. Pietra Cappa è grandissima, uno dei più grandi monoliti d’Europa, e si staglia tra la vegetazione in modo evidente.

Eppure bisogna andargli quasi addosso per vederla. Dopo qualche curva, nonostante il paesaggio sembri sgombro e libero, si nasconde, lei come le altre “pietre” di questa valle.

Con l’Aspromonte ho deciso di cercare il bello che nasconde, ed anche se torno spesso in posti già visti, ogni volta è diverso. Sono più belli, svelano altri dettagli, altri particolari che partecipano a quella bellezza. Sono come un bambino che gioisce ogni volta che vede una cosa che gli piace, fosse anche la centesima volta.

Chissà quante volte non cerco abbastanza il bello nelle cose, situazioni o sopratutto nelle persone. Magari non sono preparate a svelarsi, ma anche io non sono curioso quella volta.

Di solito io lascio fare al tempo, alla vicinanza, che aumenta, e dimostro che sono li ad ascoltare. Non sempre il bello appare, e forse, mi chiedo, dovrei applicare il metodo aspromontano. Tornare più volte, essere li più volte, curiosare di più.

Con la mia terra sta funzionando. Sono partito nel 1986, conoscendola poco. E per tanti anni, complici le voci non lusinghiere di quel periodo storico, ne ho preso le distanza. L’ho fatto anche per non “farmi fottere dalla nostalgia” citando il film “Nuovo Cinema Paradiso“. Adesso sto rimediando a questo lungo distacco dedicandole del tempo per scoprire il bello che cela.

Macino passi su passi scoprendo una diversità incredibile, di flora e geologica. Camminare guardando a terra fa vedere pietre di ogni tipo e di ogni materiale. Qualche sassolino lo porto con me, ma sono nulla rispetto a quello che si può ammirare.

Oggi abbiamo fatto solo un piccolo passaggio impegnativo, e poi abbiamo concluso con un ottimo caffè “a domicilio”

Ho anche imparato ad addugliare una corda in un altro modo rispetto a come faccio con le cime in barca.

Adoro imparare con gli occhi ed usare le mani

Corto Calabrese

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