Samo e Precacore

Una incursione nello Jonio grecanico sempre più il là, di questo passo finirò tutta la costa!

Oggi una escursione “tranquilla” di quelle dove puoi ammirare il paesaggio, fare foto e chiacchierare con persone note ed appena conosciute. Iniziamo subito con una sosta per un ottimo caffè ed una pasta alla crema buonissima. Non voglio fare retorica, ma le paste sono sempre fresche ed in caffè è buono!

Questa volta ci spingiamo di poco oltre Africo, un posto dove negli anni ’50 le persone in povertà vivevano tenendo in casa la loro unica ricchezza, i loro animali.

Per arrivarci passiamo da Saline, dove c’è ancora la casa di mio nonno ed i resti di una fabbrica chimica che ha funzionato per qualche mese ed ancora aspetta di essere riconvertita.

Camminare lungo la costa jonica, di fatto dopo un po’ risalendo verso Nord è, per me, sempre un’emozione. A differenza del mio consueto paesaggio caratterizzato dalla presenza ingombrante e magnifica dell’Etna, da questa parte c’è il mare aperto, ed una linea d’orizzonte della quale un marinaio come me non può fare altro che subirne il fascino e sentire la voglia di partire alla sua scoperta.

Il viaggio questa volta l’ho fatto scoprendo un artigiano del posto, un liutaio che oltre ad occuparsi di restauro costruisce la Lira Calabrese tradizionale, Francesco Siviglia

Francesco ed Ares

Ogni escursione per me è l’occasione per incontrare la ricchezza di questa terra da cui sono andato via ormai 36 anni fa e che sto scoprendo in questi tempi strani che mi stanno permettendo di passarci più tempo del solito.

Sento parlare di borghi semi abbandonati risollevati dalla volontà di qualche romantico innamorato, che spesso è tornato o che in visita se ne è innamorato a tal punto da restarci. E’ la storia di Gallicianò, di Pentidattilo e chissà di quanti altri.

Samo da una parte e Precacore dall’altra sono costruite su delle rocche in mezzo al torrente Laverde, che sulla mappa sempre un fiume come il Rio delle Amazzoni e dal vivo è un letto immenso di ghiaia. Al solito come le altre fiumare resta sopita e tranquilla fino a quando non decide di mostrare tutta la sua potenza distruttiva.

In tempi passati probabilmente era navigabile come un fiordo, ed è stata la via che ha portato i greci ad insediarsi da queste parti. E successivamente a facilitare le incursioni dei Saraceni.

Si sa che la Calabria è terra di conquista. E la domanda che mi faccio molto spesso è perché?

Perché alcune popolazioni sono bellicose ed altre remissive. Non solo l’unico ad essermelo chiesto, ma Jared Diamond lo ha fatto meglio di me nel libro Armi, malattie ed acciao che consiglio per chi voglia approfondire il discorso. Secondo Diamond molto dipende dalla conformazione ambientale che favorito o meno lo sviluppo dell’agricoltura, dell’allevamento e delle armi e malattie. E queste ultime sono state determinanti nelle espansioni di alcune popolazioni a danno di altre.

La giornata di oggi era fresca e tersa e ci ha regalato, come al solito, una visibilità senza pari. Adesso Precacore è un susseguirsi di ruderi affascinanti e testimoni di antichi fasti. In Calabria spesso le sorti di un borgo sono decise da un terremoto o da una piena che costringono le persone ad abbandonarlo per ricominciare da un’altra parte.

Sarà per questo che siamo tenaci, o testardi. Si ma non resilienti, che va tanto di moda adesso. Ma non va bene, secondo me, applicarlo alle persone perché nessuno che subisce un evento spiacevole, superandolo, torna come prima ma il fatto stesso di essere stato sollecitato lo ha cambiato. Essere resilienti presuppone di sopportare le sollecitazioni e tornare alla situazione precedente alle stesse. Adesso per questa caratteristica si usa il termine antifragile termine inventato da Nassim Nicholas Taleb.

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