Perdere o lasciare?

Ci siamo abituati a sentire parlare di “prendere” o “lasciare” in una contrapposizione che potrebbe partire da un tavolo di poker per finire tra le nostre cose quotidiane. Ma questa è la contrapposizione a cui siamo abituati da tempo immemore: prendere una cosa, una persona, o non farlo. Lasciando le cose, apparentemente, come stanno.

La serata, corroborata da ottimo spirito (in tutti i sensi, come si può vedere dalla foto), ha invece preso in considerazione una contrapposizione diversa:

Perdere o lasciare

Non siamo arrivati ad una conclusione chiara e definitiva, anzi. Ma forse può valere la pena ripercorrere quello che è emerso.

Un oggetto usato come portafortuna e poi perso è stato lo spunto.

Ho perso quell’oggetto, non lo trovo più, e dopo qualche tempo a pensarci in termini di privazione, me ne faccio una ragione e lo lascio andare.

Lascio andare quell’oggetto non considerandolo più importante, e dopo poco tempo lo perdo.

Situazioni simili, apparentemente. Ma cambiano la mia percezione ed il mio atteggiamento.

Il segreto è non considerare la sequenza logica delle cose, ma quello che i due diversi approcci possono portare a pensare. Se lascio andare quella cosa/persona non mi legherà più a se, non la prenderò più in considerazione, e me ne dimenticherò presto.

Perderla senza averla lasciata mi farà restare ancorato ad essa, e poi, forse potrei lasciarla andare (ma non è detto).

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